martedì 17 novembre 2009

ER

Non si può programmare tutto, sorprese ed imprevisti possono succedere. Così può capitare di ritrovarsi improvvisamente in un posto non voluto nel bel mezzo della notte e di essere inermi ed in preda all’angoscia: ci si sente spossati, frustrati, irrequieti, affannati, agitati; nonostante il tentativo di mantenere la calma, la propria condizione si rispecchia negli occhi di chi ci è vicino e sta vivendo con noi l’esperienza.

Ma per fortuna che in quei momenti c’è qualcuno, che non si è soli, che si può contare su un appoggio, su persone che si prodigano per aiutarci. Queste persone sono pronte a sconvolgere i loro piani per noi e se decidono di essere coinvolti lo fanno per responsabilità, per lealtà, per coerenza e correttezza, per amore; non lo fanno per noi, ma con noi!

Riconoscenza è, innanzitutto, ciò che si meritano queste persone. Ecco a cosa serve l’angoscia: a distoglierci dall’eccessivo amor proprio, a ridimensionare il nostro orgoglio, a farci comprendere cosa e chi è davvero importante.

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