Lavoro in un rinomato centro di ricerca dove si sperimentano terapie contro le malattie renali croniche, il diabete e le malattie rare e dove vengono gestiti i pazienti che hanno subito un trapianto d’organo. Vedendo l’edifico da fuori non sembra un posto di lavoro, ne tanto meno un centro di ricerca!
Cosa ha spinto un medico veterinario come me, per di più diplomato in omeopatia veterinaria, ad accettare di entrare a far parte dell’organico di un Istituto di ricerca?
Negli ultimi 6 anni ho frequentato un ambulatorio veterinario tutt’ora esistente dove si pratica quotidianamente l’omeopatia sugli animali: questo mi ha permesso di conoscere con mano questa tecnica terapeutica, di verificarne gli effetti e valutarne i limiti e di capire quanto poco di effetto placebo ci sia nelle cure omeopatiche, avendo trattato cani, gatti, tartarughe e quant’altro che non possiedono la nostra componente suggestiva.
Un approccio alla malattia ed al malato totalmente diverso ed inconcepibile per la scienza. Negli ultimi 11 mesi, in Istituto ho incominciato ad apprendere come funzionano i progetti di ricerca, come vengono spartite le mansioni tra i dipartimenti, i laboratori ed i ricercatori, quali sono i meccanismi di sovvenzionamento della ricerca; ho potuto visionare articoli e pubblicazioni scientifiche e, non ultimo, gli stabulari degli animali.
Al di là dei pro e dei contro della ricerca scientifica e di tutte le parole che si dovrebbero spendere per spiegare cosa è e come funziona l’omeopatia e le sue differenze con la medicina tradizionale, è importante affermare che, se l’obiettivo finale dello scienziato e del medico è il benessere del paziente, entrambe le discipline mediche possono venire applicate, con razionalità e competenza: il metodo scientifico applicato all’omeopatia, la visione olistica applicata alla scienza; imparare come e quando usare una disciplina piuttosto che l’altra od entrambe e cosa usare dell’una e dell’altra.
Per questo ci vuole passione, competenza, tempo e fortuna, come in tutte le cose: le prime due dipendono da noi, per le ultime due, beh…dobbiamo avere fiducia.
Nessun commento:
Posta un commento