Una volta un re fece una festa e c'erano le principesse più belle del regno. Ma un soldato che faceva la guardia vide passare la figlia del re. Era la più bella di tutte e se ne innamorò subito. Ma che poteva fare un povero soldato a paragone con la figlia del re! Basta! Ma, finalmente, un giorno riuscì a incontrarla e le disse che non poteva più vivere senza di lei. E la principessa fu così impressionata del suo forte sentimento che disse al soldato: "Se saprai aspettare cento giorni e cento notti sotto il mio balcone, alla fine, io sarò tua!"
Ma, subito il soldato se ne andò là e aspettò un giorno, due giorni e dieci e poi venti. Ogni sera la principessa controllava dalla finestra ma quello non si muoveva mai. Con la pioggia, con il vento, con la neve era sempre là. Gli uccelli gli cacavano in testa e le api se lo mangiavano vivo ma lui non si muoveva. Dopo novanta notti era diventato tutto secco, bianco e gli scendevano le lacrime dagli occhi e non poteva trattenerle poiché non aveva più la forza nemmeno per dormire... mentre la principessa sempre lo guardava. E arrivati alla novantanovesima notte il soldato si alzò, si prese la sedia e se ne andò via. (Alfredo)
Il soldato se ne andò perché non avrebbe sopportato il dolore se la principessa non avesse mantenuto la promessa.
Cosa è meglio: vivere novantanove notti nell’illusione, evitando una possibile delusione, oppure vivere fino alla centesima notte per non avere rimpianti, con la possibilità di rimanere profondamente delusi da un’eventuale promessa mancata? Oppure non aspettare nemmeno un giorno, evitando anche l’illusione?
La lezione del cavallo insegna ad agire in maniera positiva, non in maniera cinica, facendo della propria delusione e disperazione, la propria forza.
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