domenica 17 gennaio 2010

Il vento irrequieto

C’era una volta un piccolo villaggio della campagna [...]. I suoi abitanti credevano nella tranquillità. Se vivevi in questo villaggio, infatti, sapevi cosa ci si aspettava da te, conoscevi il tuo posto nel disegno prestabilito e se per caso te lo dimenticavi qualcuno ti aiutava a ricordarlo. In questo villaggio, se vedevi qualcosa che non avresti dovuto, imparavi a guardare dall’altra parte; se accadeva che le tue speranze venissero deluse, imparavi a non chiedere di più.

Così attraverso momenti belli e brutti, fame ed abbondanza, gli abitanti si tenevano stretti alle loro tradizioni, finche in un giorno d’inverno, un vento irrequieto soffiò da nord.


Colpì improvviso, portò novità e scompiglio: l’equilibrio cominciò ad essere minacciato ed a vacillare, portando alla luce tutte le sue debolezze e le contraddizioni. La tranquillità non era più scontata.

In una parola portò umanità, scoprì ciò che si celava sotto la maschera perfetta, ciò che era stato soppresso dalle regole, dalle consuetudini, dalle tradizioni; portò alla luce le speranze, i desideri, i sogni, le emozioni, tutto ciò che era stato messo da parte in nome di una ostentata sicurezza.


Le reazioni tra gli abitanti furono diverse: chi diede libero sfogo alle sue emozioni, chi rimase confuso, chi decise di tagliare con il passato, chi ebbe delle reazioni esasperate; ci fu anche chi non seppe sfruttare al meglio l’occasione rasentando il fanatismo, venendo per questo bandito dal villaggio.


Il tempo passò ed alla fine s’instaurò un nuovo equilibrio, più sincero e vero: ognuno aveva sì il proprio posto, ma non più motivato dalla paura, dal dovere o dal bisogno di tranquillità, bensì dal proprio stato d’animo rinnovato, libero e vivo.


Non possiamo misurare la nostra bontà in base a ciò che non facciamo, in base a ciò che neghiamo a noi stessi, a ciò a cui rinunciamo, a chi respingiamo. Dobbiamo misurare la bontà in base a ciò che abbracciamo, a ciò che creiamo e a chi accogliamo.

Quel giorno [...] furono colti da una nuova sensazione, un alleggerimento dello spirito, una liberazione dalla vecchia tranquillità.


Tuttavia il vento irrequieto del nord non era soddisfatto. Parlò [...] di paesi ancora da visitare, di amici bisognosi ancora da scoprire, battaglie ancora da combattere...da qualcun altro la prossima volta.

Così il vento del nord si stancò e andò per la sua strada.


Niente poté più disfare il tranquillo villaggio, i cui abitanti avevano finalmente imparato ad affrontare la vita di ogni giorno con entusiasmo e pazienza.




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