martedì 11 settembre 2012

Emigrare


Che strana sensazione di estraneità. Là era tutto diverso, altri rumori, altri paesaggi, altre abitudini e soprattutto altre pietanze, più fresche, più genuine!

Si mieteva il grano per fare la pasta, si coltivavano i pomodori per fare il sugo, si conciavano le olive per fare l’olio, si vendemmiava per fare il vino; si allevavano le galline per fare le uova, le capre per fare il formaggio e le pecore per fare i vestiti.

Poi c’erano gli avvocati, i dottori, i professori che s’ingrassavano con i loro frutti; si produceva per tutti, ma questi producevano per sé, accaparrandosi tutte le risorse. Così bisognava emigrare per raccogliere un po’ di ricchezza da mandare a casa, ma anche per conoscere il mondo ed educare la gente a non soccombere ed a non abbandonare la propria terra.

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