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Fino all’ultimo, però, non si sa mai se il proprio treno sarà in servizio: bisogna seguire gli aggiornamenti in tempo reale sui tabelloni elettronici in stazione. Ci sono anche i monitor vicino ai binari, collocati in modo che anch’io posso leggerli.
Sono solo.
Compare il mio treno e la scritta CAN nella colonna riservata alle note, che conferma la soppressione del servizio. Cosa fare? Ora devo decidere: restare lì in una stazione che conosco ed aspettare la fine dello sciopero o spostarmi in un’altra stazione che non conosco, sperando poi che ci sia un treno in servizio che mi riporti a casa?
Decido di muovermi. Solo, con l’aiuto anche del mio cellulare, scendo a prendere la metro. Chiedendo riesco a dirigermi verso il binario giusto ed a scendere alla fermata giusta. Da che parte è la stazione dei treni? Finalmente arrivo nell’atrio dove vedo tanta gente assiepata davanti ai tabelloni elettronici: è l’ora della verità, se c’è un treno sono fortunato. Casualmente l’altoparlante annuncia che un treno per casa è in partenza al binario 16: dov’è il binario 16? Non voglio perdere il treno!
Sono solo. Dove sono tutte le persone che conosco? Perché quando serve non c’è mai nessuno ad aiutarmi? Quanto vorrei che ci fosse qualcuno che si prendesse cura di me, che mi prendesse per mano e mi facesse da occhi in mezzo a tutta questa frenesia.
Alla fine trovo il binario ed il treno lì ad aspettarmi. C’è molta gente in piedi, ma trovo un posto e mi siedo: ce l’ho fatta. Mi sento soddisfatto.
Poi, il treno parte ed il suo movimento lungo i binari mi aiuta a riordinare i pensieri dentro la mia testa. Appoggio la testa al sedile e lentamente il senso di solitudine che mi aveva angosciato pochi attimi prima svanisce, comincio a non temerla più ed a non sentire più il bisogno di dover essere accompagnato; nessuno è obbligato a farlo, la mia tranquillità dipende soprattutto da me.
Quanto vorrei che fosse sempre così.
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